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Quest’anno il Revolution Festival in Gran Bretagna è stato un evento senza precedenti. Un migliaio di comunisti provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per un avvenimento storico e entusiasmante, animati da quello che costituirà il prossimo passo epocale: il lancio del Partito Comunista Rivoluzionario.

Il massacro a Gaza ha raggiunto la lugubre cifra simbolica di 10.000 morti, mentre più di un milione di persone sono sfollate dalle loro case, senza un posto dove andare. Per dare un’idea della portata di questi numeri, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ucciso più persone a Gaza in un mese del totale dei civili ucraini uccisi nei 21 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022. Quest’ultima cifra era pari a 9.600 persone, secondo le stime del mese scorso.

L’esercito israeliano, dopo numerosi indugi, ha infine dato inizio alle operazioni di terra a Gaza, alla fine della scorsa settimana. Ma non si è trattato di un’invasione vera e propria. I generali dell’esercito israeliano sono del tutto coscienti del grande rischio al quale esporrebbero i propri soldati se incominciassero una battaglia casa per casa, con le truppe sul terreno. Inoltre, non vogliono fornire a Hezbollah la scusa di cui ha bisogno per estendere il conflitto, aprendo un secondo fronte al confine settentrionale con il Libano. Allora, quali sono i piani di Netanyahu e dei suoi generali?

Mentre Israele prepara le sue forze per un’invasione di terra di Gaza, tutti i leader imperialisti occidentali, da Biden a Sunak, da Scholz a Macron, sono sempre più nervosi. Si chiedono preoccupati che aspetto avrà il loro mondo una volta che tutto questo sarà finito.

La guerra di Israele contro Gaza ha tutto il potenziale per sfociare in un conflitto molto più ampio, che aprirebbe nuovi fronti al confine con il Libano e nella West Bank e propagherebbe il caos nell’intera regione. Una simile escalation avrebbe un forte impatto non solo su tutto il Medio Oriente, ma anche sul mondo intero. L’intenso bombardamento su Gaza sta già scuotendo il mondo, a livello politico, economico e sociale.

Centinaia di persone sono state uccise ieri [17 ottobre, ndt] dal bombardamento dell’ospedale battista Al-Ahli al-Arabi nel distretto di Al-Zeitun della città di Gaza. L’ospedale non solo si prendeva cura dei propri pazienti – molti dei quali feriti dagli attacchi aerei israeliani – ma stava anche offrendo riparo a migliaia di persone che cercavano un luogo sicuro dagli attacchi delle forze armate israeliane. Appena la notizia si è diffusa, decine di migliaia di manifestanti furibondi sono immediatamente scesi in strada in Libano, in Giordania, in Turchia, in Tunisia e nella Cisgiordania, attaccando le ambasciate israeliane e gli edifici degli imperialisti americani e francesi. Un

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Il breve articolo di Karl Marx, pubblicato sul New York Daily Tribune nel 1857, che pubblichiamo di seguito, commenta la ribellione indiana scoppiata nello stesso anno contro la Compagnia britannica delle Indie orientali. In poche righe, Marx mette a nudo l’ipocrisia della rispettabile società inglese che si ribella con orrore alla violenza dei ribelli, frutto di decenni di oppressione. Le sue parole hanno una grande rilevanza oggi, visti gli eventi in Israele-Palestina.

La seguente dichiarazione della Tendenza Marxista Internazionale esprime la nostra solidarietà con il popolo palestinese. Risponde all’ipocrisia ripugnante dell’imperialismo occidentale e dei suoi lacchè, che si schierano a fianco dello Stato reazionario d’Israele mentre scatena una sanguinosa vendetta su Gaza, dopo l’attacco a sorpresa di Hamas del 7 ottobre. Spieghiamo inoltre perché la libertà per la Palestina può essere raggiunta solo attraverso mezzi rivoluzionari e il rovesciamento del capitalismo in tutta la regione.

Quando mi alzo la mattina, mi metto le scarpe e le allaccio, spesso mi chiedo: “chi ha fatto queste scarpe?”. Allo stesso modo, quando mi siedo a tavola per la colazione, mi domando: “chi ha costruito la tavola e chi ha lavorato nella fattoria che produce l’avena che ho usato per il porridge?” Quando vado a fare la visita annuale nello studio del mio medico, mi chiedo: “a quale classe appartiene l’infermiera?” Forse vi starete chiedendo perché mi pongo queste domande. Ebbene, è perché siamo bombardati dall’idea, in netto contrasto con la mia esperienza, che la classe operaia non esiste più, che è sparita e ora siamo praticamente tutti “classe media”.

L’attacco di Hamas a Israele di sabato 7 ottobre è stato uno shock, che ha colto di sorpresa i servizi segreti e l’establishment militare israeliano, ma non dovrebbe sorprenderci affatto. È la diretta conseguenza dell’escalation di repressione violenta nei confronti dei palestinesi promossa da Netanyahu, che guida il governo più reazionario e di destra della storia di Israele.

Il Nagorno-Karabakh è stato cancellato dalla cartina geografica: ciò che rimaneva di questa regione secessionista si è arresa alle truppe dell’Azerbaigian il 20 settembre, in seguito a brevi combattimenti che hanno portato alla morte di almeno duecento persone di etnia armena. Secondo i resoconti più recenti, più di 100mila armeni – quasi l’intera popolazione – è fuggita dalla regione. Il governo di quest’enclave ha dichiarato che dalla data del primo gennaio 2024 essa “cesserà di esistere”.

Entro la fine di questo secolo si prevede che la popolazione mondiale diminuirà per la prima volta dopo la Peste Nera. In ogni continente lo scalpiccio dei piedini dei bambini viene sostituito dal rumore metallico dei bastoni da passeggio, mentre le dimensioni della famiglia si riducono sotto le immense pressioni della vita lavorativa. Di fronte alla carenza di lavoratori e alla crescente popolazione in età pensionabile, la classe dirigente è preoccupata per quella che chiama la “transizione demografica”.

Il parlamento canadese ha fatto la gaffe istituzionale del secolo: ha invitato un collaborazionista dei nazisti alla Camera e gli ha tributato una standing ovation. Sebbene si tratti innegabilmente di una figuraccia imbarazzante, è qualcosa di più di un errore isolato. L’incidente accende i riflettori sullo schema con il quale l’imperialismo canadese cerca di mettere in una buona luce i fascisti ucraini; e sulla stupidità totale della classe dominante, accecata dall’isteria di guerra contro la Russia.