Questa mattina l’esercito turco ha abbattuto un aereo militare russo al confine con la Siria. Non è chiaro finora se sia stato abbattuto dalla contraerea o da un jet. Ma questo è solo un dettaglio. Ciò che è chiaro è che è stata una provocazione palese dalla cricca dominante turca.
Ufficiali dell’esercito turco hanno sostenuto che i loro F-16 hanno abbattuto l’aereo dopo “avvertito ripetutamente” i suoi piloti che stavano “violando lo spazio aereo turco”. Il Ministero della Difesa russo ha detto che un Su-24 si era schiantato in territorio siriano dopo essere stato colpito dal fuoco di terra, e che i suoi piloti erano riusciti a lanciarsi col paracadute. La Russia insiste che il suo caccia non ha violato lo spazio aereo turco. Il ministero ha sottolineato che “per tutta la durata del volo, l’aereo è rimasto esclusivamente sopra il territorio siriano”, aggiungendo: “e i dati forniti dal monitoraggio radar lo dimostrano”. Il fatto è che riprese video hanno mostrato l’aereo che si schianta sulle montagne nella provincia di Latakia - cioè, all’interno della Siria. I piloti sono anche atterrati all’interno del territorio siriano. Anche le immagini dei radar turchi sembrano confermare che l’aereo è stato abbattuto nello spazio aereo siriano.
È stato un incidente?
É possibile parlare di un errore da parte del pilota russo? Il sistema di navigazione era difettoso? Tali spiegazioni sono naturalmente possibili. Ma la prima domanda da porsi è perché i turchi abbiano aperto il fuoco. I cieli sopra la Siria sono piuttosto affollati negli ultimi tempi, con il rischio sempre presente di collisioni o altri incidenti. E questo è esattamente il tipo di incidente che molti hanno temuto da quando la Russia ha lanciato le sue operazioni aeree in Siria.
I pericoli provenienti da operazioni vicino al confine turco sono fin troppo evidenti. È ben noto che sono state predisposte tutte le precauzioni per evitare incidenti tra aerei da guerra sulla Siria. Perché sono state inefficaci? Abbattere di un aereo russo è un passo molto grave che non può essere intrapreso senza espressa autorizzazione dai livelli più alti – vale a dire, dallo stesso presidente turco. Va detto che gli aerei turchi hanno già abbattuto almeno un aereo delle forze siriane ed probabilmente anche un elicottero in una fase precedente della guerra civile.
Le autorità turche pretendono che gli accordi per evitare collisioni aeree non valgono per il loro “spazio aereo”. Ma cosa costituisce esattamente il loro “spazio aereo”? Il governo turco sostiene che i Turkmeni che abitano un territorio della Siria adiacente al confine turco sono sempre stati sotto la loro “protezione”. Questa affermazione pretende di dare al gioco nuove regole.
Le ambizioni regionali di Erdogan sono ben note. Vuole ricostituire qualcosa di simile al vecchio Impero Ottomano, portando gran parte dell’Asia centrale e del Medio Oriente sotto il controllo turco. Al fine di promuovere questa ambizione tenta di utilizzare i popoli di lingua turca, come i turkmeni, per i suoi cinici obiettivi, proprio come lo zarismo russo utilizzava gli slavi del sud in passato come pedine di una politica estera espansionistica.
È anche un segreto di Pulcinella che Erdogan ha sostenuto l’ISIS e le altre bande fondamentaliste, nel tentativo di rovesciare il presidente Assad e accaparrarsi fette di territorio siriano. Ecco perché ha permesso a un gran numero di combattenti islamici di attraversare il confine con la Turchia e di unirsi all’ISIS in Siria, bloccando la fornitura di armi e volontari per le forze anti-ISIS e schiacciando brutalmente i curdi che combattono l’ISIS.
E per tutto questo tempo l’Occidente ha chiuso un occhio sul fatto che i turchi - insieme con i gangster sauditi e qatari - sono stati di appoggio, armare e finanziare la jihadi in Siria – compreso l’ISIS. Ma negli ultimi tempi tutto questo è cambiato.
La Russia interviene
L’intervento russo in Siria ha cambiato tutto. Ha costretto gli americani a intensificare la loro offensiva contro l’ISIS. Essi hanno forgiato un’alleanza precaria sotto il nome di Forze Democratiche siriane, composta principalmente da combattenti curdi ma al cui interno sono inclusi tutti i tipi di cosiddetti oppositori siriani “moderati”, signori della guerra tribali e altra marmaglia.
I curdi hanno compiuto progressi significativi nella guerra contro l’ISIS nelle ultime settimane. In particolare, sono riusciti a controllare gran parte del confine tra Siria e Turchia, la via principale attraverso il quale ISIS riceve i suoi approvvigionamenti e i volontari. Questo non piace ad Erdogan, il padrino di fatto dell’ISIS. Ma cosa è successo dopo gli è piaciuto ancora meno.
In seguito agli attentati di Parigi, c’è stata un’intensa attività sul fronte diplomatico. Le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione che invita tutto il mondo a combattere non solo contro l’ISIS, ma anche contro le altre bande islamiste, jihadiste e di al-Qaeda. Parigi e Londra si sono avvicinate a Washington sulla questione siriana, e tutti e tre si sono, con molte lacrime e sospiri, avvicinate a Mosca. Putin, non loro, conduce il gioco in Siria.
La Turchia, la Russia e l’Occidente
L’accordo che è stato stretto tra Putin e gli americani è in diretta contraddizione con gli interessi dei leader turchi e sauditi. L’Occidente ha dovuto accettare la richiesta russa secondo cui Assad deve rimanere al potere - almeno per ora - in attesa di una “soluzione negoziata” della questione siriana. Sono anche d’accordo che la lotta contro il terrorismo in Siria non si limiterà alla lotta contro l’ISIS, ma sarà ampliata per includere altre formazioni vicine ad Al-Qaeda.
La risoluzione delle Nazioni Unite approvata la scorsa settimana invita i paesi membri delle Nazioni Unite a “prendere tutte le misure necessarie, nel rispetto del diritto internazionale” contro l’Isis e chiede l’eliminazione delle “zone franche” in Siria e in Iraq. Oltre all’Isis, include anche Jabhat al-Nusra, affiliato di al-Qaeda in Siria. Questo significa che la Turchia e l’Arabia Saudita sono stati lasciati fuori l’accordo stipulato tra la Russia e l’Occidente. Ciò è stato già chiarito nel mese di ottobre, quando le Forze Democratiche siriane (FDS) si sono formate, appoggiate dall’Occidente, soprattutto nelle province del Nord e dell’Est. Comprendono le Ypg curde e una serie di milizie tribali vicine agli Stati uniti ma escludono i gruppi appoggiati da Turchia e Arabia saudita.
Per tutto un periodo la Turchia ha cercato di costringere la NATO ad iniziare una campagna contro Assad in Siria. Ha fatto appello più volte alla NATO per aiutarla a rovesciare Assad. Non ha cambiato posizione dall’inizio della guerra civile siriana. Dal momento che i russi hanno iniziato il loro intervento, i sauditi hanno intensificato le spedizioni di armi ai loro tirapiedi islamisti collegati ad al Qaeda. Nell’ultima settimana le milizie sostenute da Turchia e Arabia saudita hanno intensificato gli attacchi contro i gruppi appoggiati dagli USA. Jabhat al-Nusra ha minacciato di attaccare il cantone curdo di Afrin e ieri la Mare’ operation room - vicina agli islamisti - ha minacciato un’offensiva contro Jaish alThuwur, un gruppo appoggiato dagli Usa, che è parte delle Forze Democratiche siriane.
Dal momento che turchi, sauditi e qatari hanno sostenuto questi gruppi jihadisti per anni, versando miliardi di dollari nelle loro casse, il riavvicinamento con la Russia (e implicitamente con Assad) ha rappresentato un colpo mortale. Ciò è particolarmente vero nel caso di Erdogan. Anche se coltiva assiduamente l’immagine di un potente sovrano ottomano , è seduto su un trono molto traballante.
Nel caso di un omicidio, la prima domanda che un avvocato si chiede è: cui bono? (A chi giova?). In questo caso la domanda si risponde da sola. Né gli americani né i russi avevano alcun interesse nel perpetuare questa azione, e men che meno in questo momento, quando cercano per un accordo. L’uomo che ha più da guadagnare dal compiere un atto di provocazione volta a scavare un solco tra Russia e la NATO è Erdogan.
Abbattendo un aereo russo spera di provocare la Russia ad attuare una rappresaglia contro la Turchia - un membro della NATO. Ciò porterebbe la nato all’adozione di una serie di misure volte a difendere la Turchia, e quindi rompere i rapporti con Mosca. Ciò consentirebbe alla Turchia di continuare la sua politica d’ingerenza in Siria e fornirebbe un attimo di respiro ai suoi tirapiedi jihadisti. Tuttavia, è poco probabile che questa mossa da giocatore d’azzardo abbia successo..
La Turchia, che dovrebbe essere un alleato americano, sta portando avanti una propria strategia e i propri interessi, che non corrispondono a quelli dell’imperialismo statunitense in questo momento. In effetti, Erdogan sta cercando di farla da padrone, come a dire: “Se pensate di potermi ignorare, state sbagliato, e molto. Devo essere inserito in qualsiasi soluzione negoziata in Siria, e i nostri interessi deve essere tutelati.» La situazione in Siria è ora improvvisamente diventata molto più complicata. E non è una cosa che piace agli americani.
Una Terza Guerra Mondiale?
Alcuni osservatori superficiali prevedono che questi eventi sfoceranno in una nuova guerra mondiale. Essi sottolineano le analogie con 1914, quando le grandi potenze erano tutte invischiate in mille contraddizioni nei Balcani. Ora tutte le grandi potenze sono coinvolte in Siria: Russia, America, Francia, Gran Bretagna, insieme ai loro alleati: Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Libano e Iran.
Sì, ci sono analogie con il mondo del 1914. Ma ci sono anche differenze importanti . È un dato di fatto, le contraddizioni tra gli imperialisti sono ormai così acute che in passato avrebbero già hanno portato alla guerra. La domanda da porsi è: perché è il mondo non è di nuovo in guerra? La risposta si trova nel mutato equilibrio delle forze su scala mondiale.
Per cominciare con il parallelo con 1914, quando scoppiò la guerra in Europa: non ci sarebbe nessun motivo per la Germania di invadere ora il Belgio, o di occupare l’Alsazia-Lorena, per la semplice ragione che la Germania già controlla l’intera Europa attraverso la sua potenza economica. Tutte le decisioni importanti sono prese da Merkel e la Bundesbank, senza sparare un solo colpo. Forse la Francia può iniziare una guerra d’indipendenza nazionale dalla Germania? E’ sufficiente porre la domanda per vedere immediatamente la sua assurdità.
La realtà è che i vecchi Stati pigmei d’Europa hanno da tempo cessato di svolgere un ruolo indipendente nel mondo. È per questo che le borghesie europea sono state costrette a formare l’Unione europea, nel tentativo di competere con gli Stati Uniti, la Russia e ora anche la Cina su scala mondiale. Ma una guerra tra l’Europa e uno qualsiasi degli stati citati è del tutto esclusa. Tra l’altro, “l’Europa” manca di un esercito, di una marina e di un’aviazione. Gli eserciti esistono, ma sono tenuti gelosamente sotto il controllo delle diverse classi dominanti, che, dietro la facciata dell’ ”unità” europea, si battono come i gatti in un sacco per difendere i loro “interessi nazionali”.
Da un punto di vista militare, nessun paese può competere contro la potenza militare colossale degli Stati Uniti. Ma questo potere ha anche dei limiti. Ci sono contraddizioni evidenti tra Stati Uniti, Cina e Giappone nel Pacifico. In passato avrebbero portato alla guerra. Ma la Cina non è più una nazione debole, arretrata, semi-coloniale che potrebbe facilmente essere invasa e ridotta a uno stato coloniale. Si tratta di una potenza economica e militare in crescita, che mostra i muscoli e fa valere i propri interessi. Come potrebbe l’America prendere solo in considerazione una guerra con un paese come la Cina, quando non può nemmeno rispondere alle continue provocazioni della Corea del Nord? La domanda è concreta.
Che dire del Medio Oriente? La realtà è che è proprio in quella regione in cui i limiti della potenza americana sono rivelati più chiaramente. L’invasione dell’Iraq non ha risolto nulla per l’imperialismo statunitense e ha gettato l’intera regione in un abisso di caos e guerra che ora minaccia gli interessi del più potente stato imperialista mai esistito. Gli Stati Uniti si sono già scottati le dita malamente in Iraq e in Afghanistan. Non sono stati in grado di intervenire in Siria per bombardare Assad perché l’opinione pubblica americana è nauseata e stanca di avventure militari all’estero. E’ proprio per questo motivo che l’America ha deciso di fare un accordo con la Russia sulla Siria. Ciò dimostra la sua debolezza, non di forza.
Come risponderà la Russia?
Se si ficca il dito nell’occhio di qualcuno, è probabile che quella persona si secchi un poco, ma se si ficcano entrambe le dita, certo si infastidirà terribilmente. Questo è esattamente ciò Erdogan ha fatto a Putin. E Putin non è un uomo che perdona o dimentica. Quando un aereo civile russo è stato abbattuto sul Sinai da un attentato dinamitardo terrorista, i russi hanno condotto subito una rappresaglia intensificando la loro campagna di bombardamenti contro l’ISIS.
Questo è del tutto in linea con ciò che sappiamo circa il carattere e la psicologia di Vladimir Putin. Finora si è piuttosto trattenuto nei suoi commenti. Ci viene chiesto di essere pazienti. Non c’è dubbio che la richiesta di pazienza è una comoda copertura per le conversazioni telefoniche frenetiche che devono essere in atto tra il Cremlino e la Casa Bianca.
Alla domanda se la Russia invocherà il suo diritto all’autodifesa, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite per la perdita dei propri aerei militari sul confine siriano-turco, l’addetto stampa presidenziale Dmitriy Peskov ha risposto: “Fino a quando non ci saranno rapporti che chiariscono la vicenda, è impossibile rispondere a questa domanda» Ha aggiunto: «Finora, il ministero della Difesa non ha ancora confermato i motivi per cui l’aereo è precipitato. Sappiamo per certo che l’aereo era nello spazio aereo siriano, sopra il territorio siriano “.
Queste parole parlano da sole. Se è vero che i turchi hanno abbattuto un aereo russo nello spazio aereo siriano, non turco, ciò equivarrebbe a un atto di guerra. Ci sono voci secondo cui il presidente Vladimir Putin avesse in programma di convocare una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza russo dopo l’incidente. Sarebbe sorprendente se non fosse così. E sarebbe ancora più sorprendente se un qualche tipo di ritorsione non sia in fase di preparazione.
Pubblicamente, la risposta della NATO è stata prudente: la Turchia è un membro della NATO, ha detto che è pronta a difendere la Turchia nel caso la Russia abbia violato il suo spazio aereo. Ma come può difendere la Turchia, quando l’esercito degli Stati Uniti si trova a migliaia di chilometri di distanza? E anche se potesse farlo, non è nel suo interesse essere coinvolta in una guerra con la Russia - e nemmeno di essere trascinata in un conflitto per difendere Erdogan, che è sempre più visto come un elemento di fastidio a Washington.
Non molto tempo fa Washington e la NATO soffiavano il fuoco su Ucraina, minacciando di fornire Kiev di armi, per impartire una lezione Russia e così via. Ma in pratica era tutto fumo e niente arrosto. L’aiuto militare americano al regime di Kiev è ammontato a quasi nulla, mentre «l’aiuto economico» del Fondo monetario internazionale controllato dagli Usa, oltre ad essere del tutto insufficiente, è accompagnato da condizioni fra le più feroci e dolorose. L’Unione europea ha dato alla Russia un ultimatum per invertire la rotta in Ucraina o subire più sanzioni. L’ultimatum andava e veniva, proprio come tutti gli altri ultimatum. Putin si è mantenuto spavaldo. Come al solito, gli americani urlano e strepitano ma poi non fanno nulla. Questa volta non sarà diverso.
In primo luogo, i rapporti tra la Russia e l’Occidente sono cambiati drasticamente dopo la crisi ucraina. Gli americani hanno bisogno della Russia per contribuire a liquidare la minaccia jihadista in Siria. Questo è l’asse principale della loro politica. In realtà, è praticamente l’unica opzione. Rispetto a questo, l’abbattimento di un aereo rientra nella categoria delle questioni secondarie. E anche se Putin farà fuoco e fiamme, in pratica è lo stesso per la Russia. Che, tuttavia, non significa che i russi non faranno nulla.
Nella sua prima dichiarazione pubblica Putin ha detto che la Turchia aveva pugnalato la Russia alla schiena con l’abbattimento del loro aereo e aveva agito come complice dei terroristi. Ha insistito sul fatto che l’aereo è stato colpito mentre stava viaggiando un chilometro di distanza dal confine con la Turchia, e che non stava andando verso di essa. L’aereo quindi non rappresentava alcuna minaccia per la sicurezza nazionale turca. Putin ha detto che l’aereo aveva come obiettivo i terroristi nella provincia di Latakia in Siria, molti dei quali sono provenienti dalla Russia. Putin ha anche detto che, la Russia aveva notato il transito in Turchia di petrolio sotto il controllo dei terroristi dal territorio siriano.
Putin ha detto che è un dato di fatto che l’Isis non solo riceve le entrate provenienti dalla contrabbando di petrolio, ma ha anche la protezione dei militari di una nazione (che significa la Turchia). Questo potrebbe spiegare il motivo per cui il gruppo terrorista è così audace nell’intraprendere azioni terroriste in tutto il mondo, ha aggiunto, avvertendo che l’incidente avrà gravi conseguenze riguardo alle relazioni della Russia con la Turchia. Il fatto che la Turchia non abbia cercato di contattare la Russia a seguito dell’incidente e si è precipitata a chiedere una convocazione si una riunione della NATO invece dimostra che la Turchia vuole che la Nato sia al servizio degli interessi dell’Isis, ha aggiunto.
La reputazione di Putin in Russia dipende dalla sua immagine di uomo duro che non si piega di fronte ai nemici della Russia, in particolare all’America. Egli non può permettere che un insulto come quello lanciato da Erdogan resti impunito. Quale forma avrà la punizione non è chiaro. Ma una cosa è molto chiara: qualunque azione decida di intraprendere sarà comunicata agli americani in tempo utile. A questi ultimi potrà non piacere, ma non avranno altra alternativa che ingoiarla.
Le continue richieste di pazienza e moderazione finche «i fatti» non siano indagati a fondo indicano che lo stato d’animo a Bruxelles e a Washington non è bellicoso ma estremamente nervoso. Il fatto è che sia gli americani che gli europei vogliono che mosca sia parte della soluzione in Siria. Faranno tutto il possibile per tranquillizzare i russi e mettere un freno ai turchi.
Secondo alcuni notiziari i due piloti russi sono stati uccisi dalle forze turkmeni. Se ciò fosse vero, causerà un’ondata di furore in Russia. Ci si può tranquillamente aspettare scintille sul terreno diplomatico a cui molto probabilmente seguiranno altre, reali. Ma la terza guerra mondiale non è in procinto di iniziare a breve.
Londra 24 novembre 2015, ore 15.00.
Traduzione di: The Turkish provocation: Will it lead to War? (Rivoluzione)