Di fronte alla sottomissione del Governo davanti agli industriali solo la classe operaia può garantire la lotta effettiva contro la pandemia! I lavoratori della Mercedes di Vitoria, dell’Iveco di Valladolid i lavoratori edili di Amazon Dos Hermanas, Balay, Aernova, Continental… si fermano di fronte alla mancanza di misure di prevenzione nei luoghi di lavoro e ci indicano la strada!!
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Il governo centrale e quelli delle comunità autonome, i mezzi di informazione, non si stancano di ripetere che per fermare il contagio tutti dobbiamo agire con responsabilità e rimanere in casa. Ancora di più dopo la dichiarazione di stato di allarme (Stato d’emergenza ndt), avvertono che saranno le forze di polizia e l’esercito che imporranno le misure coercitive che saranno necessarie. Minacciano multe e sanzioni nei confronti dei casi di indisciplina individuale. Però tutti i loro appelli alla responsabilità, si fermano di fronte al muro invalicabile della sacra proprietà, gli ordini non valgono per i padroni del Capitale. Le stesse misure di isolamento che, ora dopo ora, vengono divulgate dai grandi gruppi mediatici –che gli stessi monopoli possiedono e controllano- vengono sacrificate sull’altare dei loro profitti e si fermano ai cancelli delle fabbriche e dei luoghi di lavoro. Ogni giorno che passa milioni di lavoratori affrontano incertezze, relative al fatto che la loro salute non conta nulla, che forse saranno licenziati, o riguardo a come saranno le loro condizioni di vita e di lavoro.
Ostentano informazioni veritiere, ma nessun sapientone né nessuna autorità osa menzionare la cruda realtà, la salute e il futuro di milioni di salariati la dettano 100 famiglie di oligarchi. Gli stessi che si ascoltano nei consigli di amministrazione di Ibex 35 e che, senza doverne rispondere davanti a nessuno, sono disposti a sacrificare la salute dei loro dipendenti per mantenere i loro profitti. Nel caso non possano mantenere in piedi i loro affari stanno già muovendo i fili del potere per scaricare in futuro il costo di questa crisi sulle nostre spalle.
L’esempio della Mercedes-Vitoria
Ieri martedì 17 marzo 2020, dall’inizio del turno della mattina, nella catena di produzione di Mercedes Vitoria – la maggiore industria di Euskadi (Paese Basco ndr) con 5000 lavoratori nella fabbrica e altri 12000 nell’indotto- si respirava un clima di tensione. La preoccupazione attanagliava i lavoratori, tutti avevano in mente l’ipocrisia delle radio e delle tv che si riempivano la bocca chiedendo che la gente rimanesse in casa per arrestare in contagio, mentre loro erano obbligati a lavorare, in assenza di qualsiasi basilare misura di sicurezza, mettendo così a rischio la loro salute e quella delle loro famiglie. A metà della mattina la tensione è esplosa, trasformandosi in azione collettiva.
Riuniti dall’inizio della giornata con la direzione dell’azienda, e difronte alla risposta negativa dei dirigenti che si rifiutavano di prendere misure adeguate, il Consiglio di fabbrica si concentrato alla linea 10 per infornare i lavoratori e chiedere che si fermasse la produzione. I lavoratori hanno riposto con applausi gridando “Chiusura adesso!” . Il presidente del consiglio di fabbrica ha preso la parola e ha spiegato alle centinaia di lavoratori del turno, che malgrado le richieste dei rappresentanti degli operai, la direzione ha rifiutato in tronco di fermare la produzione. Di fronte a questa risposta negativa il consiglio di fabbrica si è messo in contatto con L’Ertzaina (la polizia basca) e l’ispettore del lavoro per chiedergli constatare che nel sito erano palesemente assenti le misure di sicurezza preventive approvate per legge. Il risultato è stato che , lungi dal prendere provvedimenti, gli agenti di polizia che sono arrivati in fabbrica si sono limitati ad ascoltare le spiegazioni del manager Titos in presenza del presidente del comitato di fabbrica, mentre l’ispettore del lavoro non si è nemmeno presentato.
Davanti alla passività criminale dell’impresa e delle autorità, i lavoratori hanno deciso di fermare la produzione e di imporre il blocco delle attività produttive a partire dal turno del pomeriggio.
Davanti alla passività criminale delle istituzioni, che mette a rischio la nostra salute e quella delle nostre famiglie, alla Mercedes Benz ma anche all’Iveco, tra i lavoratori edili di Amazon Dos Hermanas, ad Aernova fabbrica aereonautica di Alava, nella fabbrica Balay di Saragozza, nella fabbrica di pneumatici Continental a Rubi (Barcellona), solo per citare alcune delle aziende più significative, i lavoratori hanno preso l’iniziativa. Hanno detto “adesso basta”, dimostrando che l’unica strada da seguire per bloccare l’epidemia e sconfiggere il Covid-19 è la mobilitazione e la disciplina collettiva dei lavoratori.
Il loro esempio si deve generalizzare, crediamo che l’atteggiamento dell’Ela (Sindacato di solidarietà dei lavoratori baschi, sindacato nazionalista basco ndr) che chiede la cessazione di tutte le attività non essenziali e la garanzia di adeguati benefici alle persone colpite, sebbene insufficiente, sia un passo importante nella giusta direzione.
Nessuna fiducia nello stato e nei padroni!! Solo la mobilitazione e l’organizzazione del movimento operaio possono garantire la difesa della salute pubblica!!
Si fermino immediatamente tutte le attività non essenziali!!
Rifiuto del piano padronale che scarica tutto il peso della pandemia sulla spesa pubblica come hanno fatto nel 2008. Noi, i lavoratori salariati, siamo la maggioranza paghiamo il prezzo con tagli salariali, lavori precari e distruzione dei diritti sociali!!
Per garantire i salari e le condizioni di vita dei lavoratori, dei lavoratori autonomi e di tutti i settori vulnerabili della società, chiediamo:
Che i milionari che controllano le grandi e medie imprese del paese restituiscano la ricchezza che hanno accumulato nel corso dei decenni e si facciano carico del pagamento del 100% nei nostri stipendi, altrimenti saranno espropriati e le aziende poste sotto il controllo dei lavoratori!!
Al fine di mettere tutte le risorse del Paese al servizio della salute delle persone chiediamo:
Nazionalizzazione immediata dei seguenti settori strategici della produzione:
- Il settore sanitario privato: laboratori, ospedali, cliniche, produttori di attrezzature e forniture mediche, in modo che – sotto la supervisione dei lavoratori della sanità e delle loro organizzazioni – venga immediatamente realizzato un piano per fornire equipaggiamenti e le risorse necessarie affinché il loro lavoro venga svolto in condizioni di sicurezza, in modo da garantire lo svolgimento dei test e la fornitura dei farmaci necessari!
- Il settore energetico
- Le grandi aziende di trasporti, logistica e distribuzione. Le aziende di prodotti alimentari di prima necessità, a partire dalle grandi catene di negozi e supermercati. Solo Mercadona controlla il 30% della distribuzione e della vendita di questi prodotti.
- L’intero settore finanziario e assicurativo, con indennizzo solo nel caso di piccoli azionisti!!
Vitoria-Gasteiz 17/03/2020