Pubblichiamo la traduzione di un volantino dei nostri compagni della CMI – Perù, con il qalle stanno intervenendo nelle mobilitazioni popolari contro la destituzione del presidente Castillo.
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Mentre passano i giorni e le ore, la resistenza al golpe della oligarchia e del parlamento cresce in tutto il Perù. Le regioni più impoverite dal nord al sud si sono sollevate in una insurrezione contro i golpisti, contro il parlamento e per la convocazione di nuove elezioni.
L’oligarchia, assieme alla OSA [Organizzazione degli Stati Americani] e alla destra raggruppata nel parlamento, hanno sbagliato la propria analisi, hanno pensato che le azioni di Pedro Castillo avessero demoralizzato a tal punto la sua base di appoggio, che sarebbero riusciti a levarselo di torno senza grossi problemi. Quello che si trovano di fronte adesso è una mobilitazione nazionale che raggiunge il suo punto culminante in certe regioni come Andahuaylas, dove la popolazione si è dichiarata in stato di insurrezione e ha fatto appello allo sciopero a oltranza.
Nella capitale, Lima, le mobilitazioni ancora non hanno raggiunto il livello di massa che c’era stato al momento della destituzione di Vizcarra (Presidente precedente, destituito dal Parlamento nel novembre 2020, ndt). Questo deve essere compreso. A Lima, la concentrazione di piccola borghesia e classe media, che allora partecipò al movimento, in questa fase non lo sta facendo. Tuttavia, gli studenti e i quartieri operai che circondano la capitale si sono mobilitati, anche se senza molta organizzazione e incisività. Questo può cambiare. L’arrivo dei contingenti per la mobilitazione nazionale del 15 dicembre può fare uscire dall’apatia le masse di Lima.
Al momento, sono 9 le regioni che si sono unite alla lotta, a Apurimac le organizzazioni sociali hanno dichiarato l’insurrezione popolare. Nella provincia di Andahuaylas non solo si sono dichiarate in stato di insurrezione, ma di fronte alla repressione poliziesca il popolo ha persino sequestrato alcuni poliziotti come ostaggi.
L’ Assemblea Nazionale Straordinaria dei Fronti di Difesa e delle Organizzazioni Sociali del Perù, con 200 delegati a livello nazionale ha deliberato: Libertà per Castillo, scioglimento del parlamento, convocazione di una Assemblea Costituente e Sciopero Nazionale il 15 dicembre. L’assemblea della Federazione degli Studenti del Perù ha deciso uno sciopero il 15 dicembre con mobilitazioni nella capitale. Anche la FENATEPERU (Sindacati degli insegnanti) ha convocato uno sciopero il 15 di dicembre. A Junin, il comando unitario regionale di lotta ha organizzato per lunedì una giornata di lotta unitaria. Il Fronte Rurale e Agrario del Perù ha convocato uno sciopero a oltranza a partire dal 13 e sta facendo appello a unirsi alla giornata nazionale del 15 dicembre.
Il popolo sta reagendo e il 15 sarà il momento di convergenza nazionale. La lotta è appena cominciata.
Le parole d’ordine
Finora, le mobilitazioni si sono concentrate sull’esigenza di sciogliere il parlamento corrotto e golpista, di cacciare la nuova presidente illegittima, della libertà per Castillo, di nuove elezioni e di una assemblea costituente.
Sono parole d’ordine corrette, dal momento che danno una risposta diretta al golpe e alle istituzioni controllate dall’oligarchia peruviana, al Parlamento e alla costituzione fujimorista. Il punto è che, per portare avanti queste rivendicazioni è implicita la necessità di un altro potere, un altro organismo che le possa realizzare. Come è possibile affidarsi alla legalità borghese attuale per cacciare i poteri golpisti? Chi può realizzare questi compiti?
L’unica forza capace di portare avanti queste parole d’ordine è lo stesso popolo lavoratore organizzato in una assemblea nazionale unitaria di rappresentanti eletti di tutte le forze in lotta.
La questione che bisogna porre sul tavolo è: chi governa il paese? La volontà democraticamente espressa dalla maggioranza del popolo o la CONFIEP [Confederazione Nazionale delle Istituzioni Imprenditoriali Private], l’ambasciata degli Stati Uniti e le multinazionali minerarie? Dobbiamo avvertire che persino una nuova Costituzione non risolverebbe nessuno dei problemi impellenti degli operai e dei contadini, se il potere economico rimarrà nelle mani di un manipolo di oligarchi capitalisti. L’Ecuador e la Bolivia hanno approvato nuove costituzioni, però il potere della classe dominante rimane intatto.
Un’assemblea nazionale rivoluzionaria di delegati dovrà assumere la direzione di questa lotta e per vincere deve indebolire il suo nemico principale, la oligarchia capitalista peruviana e l’imperialismo americano, che sono coloro che mantengono i parlamentari al loro posto, coloro che finanziano i mezzi di comunicazione venduti, coloro che pagano sicari per assassinare i dirigenti contadini.
Colpire l’oligarchia e l’imperialismo significa togliere loro il controllo dei loro beni economici. Sono una piccola minoranza che si fa forza del proprio denaro e dei propri mezzi economici (fabbriche, banche, concessioni minerarie, la terra, i mezzi di comunicazione, etc.), Se si toglie loro tutto ciò, se i lavoratori assumono la gestione di queste aziende, banche e media, il loro potere finisce.
Una assemblea generale di lotta potrebbe e dovrebbe organizzare il nuovo potere. Sulla base del rovesciamento delle attuali istituzioni, il popolo lavoratore organizzato può porsi l’obiettivo di elaborare una nuova costituzione che rifletta le aspirazioni delle masse operaie e contadine.
Un appello alle forze rivoluzionarie degli operai e dei contadini
E’ necessaria la più ampia unità nell’azione per farla finita con la odiata oligarchia e il parlamento usurpatore e corrotto. Questo 15 dicembre deve essere l’inizio di una offensiva dei lavoratori, dei contadini e della gioventù. Dopo lo sciopero nazionale, accompagnato dall’occupazione delle strade, dobbiamo instaurare una assemblea rivoluzionaria e aessa dovrebbe spettare la direzione dei prossimi passi.
Dobbiamo continuare a estendere la lotta in ogni angolo del paese, in quei luoghi dove l’organizzazione popolare è forte, assumere il controllo dei mezzi di comunicazione per mantenere informata la comunità, disarmare la polizia per evitare la repressione, lanciare appelli alla base dell’esercito affinché si uniscano alla lotta i soldati semplici.
Coordinare una nuova giornata di lotta, questa volta con il blocco delle banche e delle grandi imprese, l’occupazione delle strade e dei centri commerciali. La lotta deve andare intensificandosi. Se siamo organizzati e determinati, possiamo affrontare la repressione.
Non un passo indietro, fino a farla finita con il parlamento corrotto, a farla finita con i golpisti e a farla finita con l’oligarchia reazionaria:
Costruiamo i Comitati di Lotta e le Assemblee Popolari!
Che decida il popolo operaio, non l’oligarchia!
Scioglimento del Parlamento Borghese e Parassitario!
Fuori i Golpisti!
Libertà per Castillo! Elezioni SUBITO!
Assemblea Nazionale Rivoluzionaria!
Espropriare l’oligarchia capitalista e le multinazionali!