Quattro membri di una cellula terroristica neonazista sono stati arrestati in provincia di Napoli, l’accusa è di aver progettato attacchi terroristici sul suolo italiano. Un’indagine di polizia ha rivelato legami tra questa organizzazione e gruppi fascisti in Ucraina, tra cui il famigerato battaglione Azov.
Questo episodio mette in luce l’ipocrisia dell’imperialismo occidentale, che sta fornendo denaro e armi a gruppi armati in Ucraina con radici neonaziste e di estrema destra, le cui prove vengono regolarmente liquidate come esagerate o come “propaganda russa”.
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Ma come dimostra questo episodio, il sostegno dell’imperialismo ha delle conseguenze. Non solo le armi e l’addestramento che fornisce alimentano il conflitto, ma creano una fonte di terrorismo di estrema destra nel futuro, poiché i fascisti europei e non solo tornano dai combattimenti addestrati all’uso di armi da fuoco ed esplosivi.
I membri della cellula terroristica scoperta in Italia, nota come “Ordine di Hagal”, sono stati accusati di complottare “per compiere eclatanti azioni violente, sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle Forze di Polizia”. Un’indagine di lunga durata sulle loro attività ha rivelato prove di stoccaggio di armi, mentre ampie ricerche informatiche e intercettazioni telefoniche hanno rivelato l’intenzione di compiere numerosi attacchi omicidi.
La polizia ha sequestrato “armi soft air” dell’organizzazione che potevano essere “facilmente modificate per sparare proiettili autentici”, oltre a munizioni, coltelli, un’ascia e un lanciagranate. Si sa che alcuni membri del gruppo hanno viaggiato all’estero per addestrarsi al Krav Maga e all’uso di armi a lunga e corta gittata (per il quale hanno persino ottenuto un diploma). Si pensa anche che abbiano condotto addestramenti paramilitari in varie città italiane e che abbiano tenuto seminari per promuovere le idee suprematiste bianche. Tutto ciò dimostra la serietà e l’organizzazione di questi individui, che la polizia riteneva stessero preparando un attentato. E non erano nemmeno isolati.
Secondo le autorità italiane, il gruppo “Hagal” è noto per essere stato in contatto “diretto e frequente” con il battaglione Azov, così come con altri gruppi di estrema destra in Ucraina, come Pravy Sektor e Centuria. Un quinto membro noto del gruppo è sfuggito all’arresto perché attualmente si trova in Ucraina, a combattere a fianco del battaglione Azov contro le forze russe.
Anton Radomsky, ora latitante, avrebbe pianificato un attentato al centro commerciale “Vulcano Buono” di Napoli. Un altro membro, Giampiero Testa (che non è riuscito a sfuggire all’arresto), avrebbe avuto intenzione di attaccare un commissariato di polizia a Marigliano. Riferendosi alla sparatoria del 2019 nella moschea di Christchurch, Testa ha detto in un’intercettazione del 2021 che “farei una strage come l’ha fatta quello in Neozelanda, però non andrei dai neri, andrei alla caserma a Marigliano”.
Questo riferimento al massacro del 2019 in Nuova Zelanda è illuminante, perché evidenzia come l’Ucraina, e il battaglione Azov in particolare, si sia affermato come nodo critico di questa rete di estrema destra.
Brenton Tarrant, l’autore della sparatoria di Christchurch, ha dichiarato in un suo lungo manifesto di aver visitato l’Ucraina prima dell’attacco e di aver indossato un giubbotto antiproiettile durante l’assalto con un simbolo comunemente usato dal battaglione Azov (il simbolo del “Sole Nero” di epoca nazista). Sebbene tali collegamenti vengano spesso liquidati dai media occidentali come propaganda diffusa da “agenti pro-Cremlino” – soprattutto a causa del fatto che Putin ha ripetutamente affermato che una delle sue ragioni per l’invasione dell’Ucraina era la “de-nazificazione” – non ci sono davvero motivi per affermare che l’Ucraina non abbia, come ha detto la Reuters nel 2018, un “problema neonazista” (un problema su cui lo stesso Zelensky ha scherzato in passato).
In effetti, questo è stato spesso sottolineato prima dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, fin al 2014, quando il battaglione Azov è salito alla ribalta e ha guadagnato notorietà internazionale per le sue attività sulla scia del colpo di Stato di Maidan. In seguito all’ascesa di un regime di destra e filo-occidentale in quel periodo, il battaglione di volontari è stato creato da attivisti di estrema destra che erano stati attivi durante il Maidan per andare a combattere nell'”Operazione anti-terrorismo” del governo contro la sua stessa popolazione nella regione del Donbass – per la quale il gruppo è stato accusato di crimini di guerra da Amnesty International e dalle Nazioni Unite, tra gli altri. Pochi mesi dopo è stato incorporato ufficialmente nell’apparato statale attraverso la Guardia Nazionale.
Nell’era di Internet, con la proliferazione quasi immediata di queste notizie in tutto il mondo e la loro discussione su applicazioni di social media come Telegram, non è difficile capire come questi gruppi possano diventare rapidamente punti di riferimento e fonte di ispirazione per gli estremisti di destra di tutto il mondo. Ad esempio, Christopher Hasson, ex tenente della Guardia Costiera degli Stati Uniti e nazionalista bianco autoconfessato che ha progettato diversi atti di terrorismo prima del suo arresto nel 2019, “voleva usare tattiche tratte dalle proteste di Euromaidan e dal conflitto del Donbass in Ucraina”.
Ma la regione non è solo un esempio per individui isolati; come ha sottolineato un rapporto del 2019 del Soufan Center, viene sempre più utilizzata come “laboratorio sul campo di battaglia” dai suprematisti bianchi di tutto il mondo. Molte migliaia di persone hanno viaggiato per partecipare al conflitto, da almeno 50 Paesi diversi. Anche se ora vengono spesso dipinti come eroici combattenti per la libertà, il battaglione Azov contiene uno zoccolo duro di soldati motivati da convinzioni neonaziste – cosa che i media occidentali erano soliti sottolineare prima dell’invasione di Putin a febbraio, ma sui cui successivamente hanno sorvolato. Va notato che nessuna delle indagini relative alla cellula “Hagal” e ai suoi legami con il battaglione Azov è stata riportata dai media occidentali al di fuori dell’Italia.
La realtà è che un gran numero di suprematisti bianchi, provenienti da tutto il mondo, sono in grado di ricevere il miglior addestramento all’uso delle armi e le migliori istruzioni di guerra, finanziati direttamente dall’imperialismo occidentale, e sono poi in grado di affinare le loro nuove abilità in una zona di conflitto reale. Nel frattempo, stringono legami con estremisti simili di tutto il mondo. E in patria, i media li descrivono come “eroi” in una campagna furiosa di propaganda bellica!
Esiste il pericolo che l’imperialismo occidentale trasformi l’Ucraina in un epicentro di radicalizzazione per il movimento suprematista bianco a livello globale (e per il futuro terrore di estrema destra) proprio come ha fatto dell’Afghanistan un centro del movimento jihadista globale, dove ha riunito i fondamentalisti per l’addestramento, la condivisione delle tattiche e il rafforzamento delle reti di contatto. È ben documentato come gli Stati Uniti abbiano addestrato e finanziato gruppi islamisti per combattere contro l’Unione Sovietica negli anni Ottanta. All’epoca, come il Battaglione Azov oggi, i mujahidin venivano dipinti come “combattenti per la libertà”. Sono ormai note le conseguenze che ne sono derivate, con gruppi come Al-Qaeda nati direttamente da questo intervento imperialista.
Nonostante gli attacchi terroristici come l’11 settembre abbiano definito un’intera epoca in Occidente, gli imperialisti non tengono assolutamente conto delle conseguenze passate delle loro azioni, alimentando il potenziale di orrori futuri mentre perseguono i loro interessi imperialisti reazionari in Ucraina. Ma se si fa notare tutto questo, si è degli incorreggibili complottisti, o al soldo di Putin.
L’arresto di questi neonazisti in Italia dimostra che l’ingerenza dell’imperialismo occidentale ha delle conseguenze.