La lista NUPES (Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale), guidata da La France Insoumise (FI), è vista dai lavoratori e dai giovani di sinistra come il migliore strumento per battere la destra alle elezioni legislative del 12 giugno. I marxisti francesi sostengono criticamente il voto per i candidati della NUPES. Ma dobbiamo dire che questa alleanza con partiti riformisti screditati e di destra rischia di smobilitare la base di sostegno di FI e di compromettere la sua capacità di realizzare riforme sociali al governo, nel caso a NUPES conquisti la maggioranza.
[Source]
In Francia la NUPES suscita l’appoggio di milioni di giovani e lavoratori. Vedono questa alleanza elettorale come l’unica possibilità per battere la destra alle elezioni legislative – o, per lo meno, come un buon mezzo per rafforzare l’opposizione di sinistra all’interno della prossima Assemblea nazionale, e in particolare il gruppo parlamentare della FI (France Insoumise).
Inoltre, gli “accordi” costitutivi della NUPES riprendono alcune rivendicazioni chiave del programma ufficiale della FI (sulle pensioni, sul salario minimo, lo Smic, sul blocco dei prezzi, ecc.). A questo proposito, l’alleanza appare dunque agli elettori di Mélenchon come diretta estensione del programma ufficiale della FI, “Il Futuro in comune” . Su queste basi, la NUPES non solo aprirebbe la prospettiva di sconfiggere la destra; aprirebbe anche, e soprattutto, la prospettiva di un governo di sinistra che – a differenza di quello di François Hollande (2012-2017) – si impegnerebbe in una vera politica di riforme sociali progressiste.
Révolution (il giornale della TMI in Francia NdT) è ovviamente a favore della sconfitta della destra e dell’estrema destra, il 12 e 19 giugno. Invitiamo i nostri lettori a votare per i candidati della NUPES. Tuttavia, questa alleanza solleva una serie di questioni che non sono affatto secondarie.
Riformismo
Nelle scorse elezioni presidenziali, Révolution ha fatto appello al voto per il candidato di FI. Come nel 2017, il nostro appoggio aveva un carattere critico. Come organizzazione marxista abbiamo molte differenze con le idee e il programma della FI. Abbiamo fornito una appriofondimento a riguardo in un articolo. L’argomentazione centrale può essere riassunta come segue: un governo della FI si troverebbe immediatamente ad affrontare enormi pressioni da parte della classe dominante francese – e internazionale – affinché abbandoni il suo programma di riforme sociali. Di fronte a queste pressioni colossali , un governo della FI si troverebbe rapidamente di fronte a due opzioni: o capitolare, cioè abbandonare l’attuazione del suo programma (come ha fatto Tsipras in Grecia, nel 2015) – o, al contrario, passare all’offensiva, cioè avviare una politica di rottura con il sistema capitalista nazionalizzando tutte le maggiori leve dell’economia, sotto il controllo democratico dei lavoratori.
Il limite maggiore di “Il Futuro in comune” risiede proprio nel fatto di non tenere conto di questa alternativa. Non prende in considerazione una rottura con il sistema capitalista. Pertanto, un governo della FI sarebbe vulnerabile alle pressioni – inevitabili e implacabili – della classe dominante.
Ciò che vale per un governo della FI – sostenuto da una maggioranza di deputati “ribelli” – vale, a maggior ragione, nell’ipotesi di un governo della NUPES, la cui maggioranza parlamentare sarebbe composta non solo da deputati della FI, ma anche dei parlamentari del PS e dell’EELV. Infatti, se “Il Futuro in comune” non prevede la rottura con il capitalismo, i dirigenti del PS e dei Verdi lo prevedono ancora meno. Il PS e i Verdi rappresentano l’ala destra del riformismo: tutta la loro politica si mantiene rigorosamente – e fermamente – entro i limiti angusti del sistema capitalista.
Olivier Faure (segretario del Ps), Julien Bayou (segretario dei Verdi) e compagnia considerano l’economia di mercato e la grande proprietà capitalista come necessità indiscutibili con cui dobbiamo fare i conti. E poiché la borghesia chiede controriforme drastiche, in un contesto di crisi economica e di declino del capitalismo francese, i dirigenti dei Verdi e del PS non osano proporre riforme progressiste serie. Il loro vero programma – quello che hanno difeso per le elezioni presidenziali – è estremamente moderato. Quando erano al potere, abbandonarono la maggior parte delle loro riforme ultramoderate e perseguirono una politica di controriforme, sotto la dettatura del Medef (la Confindustria francese NdT). Il governo di François Hollande ne è stato un chiaro esempio.
La fragilità del “patto”
È vero che per costituire la NUPES, i vertici dei Verdi e del Ps hanno dovuto firmare “accordi” il cui contenuto programmatico è più a sinistra dei programmi presidenziali di Jadot e Hidalgo. L’unica ragione di questa “svolta a sinistra” è però ovvia: senza la NUPES, PS e Verdi avrebbero subito una disfatta alle elezioni legislative, visti i rispettivi risultati alle presidenziali (1,7% e 4,6 %) mentre la FI arrivava al 22%. La NUPES offre a Verdi e PS prospettive molto migliori, in termini di seggi “sicuri”, di quelle che avrebbe offerto una campagna senza un’alleanza nazionale con la FI, sin dal primo turno.
Durante le trattative con i Verdi e il PS, la dirigenza di FI si è quindi trovata in una posizione di forza per costringerli a firmare “accordi” contenenti diverse misure chiave di “Il Futuro in comune”.[1] Tuttavia, supponiamo che la NUPES vinca le elezioni legislative. La classe dominante si opporrà immediatamente e con forza all’attuazione del suo programma. Eserciterà diversi tipi di pressione, in particolare economica: ricatto sui posti di lavoro, fuga di capitali, ecc. Dall’Eliseo, Macron farà di tutto per opporsi alle riforme sociali del governo. Infine, la pressione della classe dominante troverà solidi appoggi tra i deputati dei Verdi e del Ps. Forti del loro peso nella maggioranza parlamentare, questi ultimi saranno in grado di chiedere alla FI di rinunciare all’attuazione del suo programma. In altre parole, la pressione della borghesia troverà espressione diretta in questa componente della maggioranza parlamentare.
Per evitare la frattura di questa maggioranza, e quindi la caduta del governo, la FI sarebbe spinta a rivedere al ribasso i suoi obiettivi programmatici. Ma la pressione della borghesia non si fermerebbe qui: chiederebbe costantemente nuove concessioni, che porterebbero la FI sulla traiettoria intrapresa da Podemos, in Spagna, una volta accettata la partecipazione al governo del PSOE. A forza di concessioni programmatiche, Podemos ha evaporato gran parte del sostegno che aveva ottenuto negli strati più radicalizzati della gioventù e della classe operaia spagnola.
Si potrebbe obiettare che il Psoe, in Spagna, ha molti più deputati di Podemos, mentre la FI si è riservata una larga maggioranza dei seggi “sicuri”. Ma questo non risolve il problema che stiamo ponendo, perché in base all’accordo costitutivo della NUPES è assolutamente escluso che i deputati della FI siano in maggioranza all’Assemblea Nazionale il prossimo giugno. Se la NUPES vince le elezioni, la maggioranza parlamentare dipenderà, matematicamente, dai deputati del PS e dei Verdi. E, una volta eletti, questi ultimi solleveranno “imperiose” circostanze, per mettere in discussione il programma della NUPES.
Non siamo contrari a qualsiasi tipo di accordo della FI col PS e i Verdi. Ad esempio, accordi di desistenza, nel secondo turno, sarebbero potuto essere giustificati in alcuni casi. Ma l’entità dell’accordo costituente della NUPES mette la FI in una posizione tale che, se sarà alla guida il prossimo governo, dovrà affrontare le pressioni della destra, che verranno anche da un settore decisivo della sua stessa maggioranza. Questa è la ragione fondamentale della nostra opposizione a questo accordo.
Smobilitazione
Detto questo, una vittoria per la NUPES è tutt’altro che scontata. Tra la massa dei giovani e dei lavoratori, il PS e i Verdi sono enormemente screditati. È vero che milioni di loro voteranno lo stesso per la NUPES, perché è guidata dalla FI e riprende misure chiave dal suo programma. Ma è possibile che una larga parte dei giovani e della classe lavoratrice si astenga o, come nelle elezioni presidenziali, voti per la RN (La estrema destra di Le Pen NdT).
Questo è l’altro problema posto dalla NUPES: un’alleanza coi Verdi e il Ps non ha la capacità di mobilitare i milioni di sfruttati e oppressi che, di fronte ai successivi tradimenti di questi due partiti, si sono rifugiati nell’astensione o nel voto a RN. Inoltre, un settore dell’elettorato di Mélenchon alle elezioni presidenziali si smobiliterà, per le stesse ragioni. Data la campagna presidenziale sconfortante di Fabien Roussel, è improbabile che anche la partecipazione del PCF al NUPES susciti molto entusiasmo nell’elettorato di Mélenchon.
Nelle strade si nota una certa smobilitazione dei militanti della FI nelle circoscrizioni che sono state assegnate al PS, ai Verdi e al PCF. Era prevedibile.
Elettoralismo
Tra i militanti di FI circola un argomento “pragmatico” che può essere così formulato: “Certo, la NUPES forse non suscita l’entusiasmo generale, in particolare nei 220 collegi riservati al PS, ai Verdi e al PCF. Ma grazie a questo accordo la FI otterrà più seggi di quanti ne avrebbe guadagnati al termine di una campagna elettorale svoltasi con il proprio simbolo. Tatticamente è andata bene”. Questo non ci sembra così ovvio. Visti i rispettivi risultati delle componenti della NUPES alle elezioni presidenziali, una campagna radicale della FI, con il proprio simbolo, avrebbe sicuramente avuto buoni risultati.
Ma la questione principale è un’altra. Anche se fosse corretto, il calcolo “pragmatico” in questione pone dei problemi: subordina interamente la strategia della FI al solo ed unico obiettivo di ottenere il numero massimo di deputati – escludendo ogni altra considerazione. Ma ci sono molte altre considerazioni in gioco nella lotta contro la destra e la classe dominante
In primo luogo, la NUPES indebolisce la FI sul piano organizzativo: nei collegi riservati ai suoi alleati, molti militanti gettano la spugna. E ciò e specialmente deplorevole giacché la FI aveva registrato un’ondata significativa di adesioni prima e dopo il primo turno delle elezioni presidenziali.
In secondo luogo, la NUPES è un ostacolo allo sviluppo della FI tra i milioni di lavoratori, disoccupati e poveri che, in seguito ai tradimenti della “vecchia sinistra”, si astengono o votano per la RN. Infine, la direzione della FI dovrebbe spiegare la necessità di preparare grandi mobilitazioni sociali sotto forma di manifestazioni e scioperi, senza i quali nessuna vittoria per la nostra classe sarà possibile.
19 maggio 2022
Note
1) La cosa più significativa al riguardo non è ciò che i Verdi e il PS hanno deciso di sottoscrivere; è piuttosto la resistenza che hanno opposto a certe formulazioni della FI. Ad esempio, nell’accordo siglato con il PS, la “pianificazione ecologica” è stata trasformata in un’ “percorso di pianificazione”. Per il leader “socialista” medio, l’idea di “pianificare” evoca un mondo infernale in cui l’economia di mercato non potrebbe più svilupparsi liberamente. Il “percorso” verso l’inferno almeno apre la possibilità di voltarsi prima di varcare la sua soglia.