Il cosiddetto Convoglio della libertà (Freedom Convoy) ha dominato i titoli dei giornali nelle ultime settimane e ha bloccato per una settimana la zona del centro di Ottawa, intorno a Parliament Hill. Mentre i numeri del blocco stradale si sono assottigliati, non ci sono segnali che lascino intendere se ne andranno a breve e molti manifestanti hanno promesso di rimanere fino a quando le loro richieste di revocare tutte le misure sanitarie contro la pandemia, non verranno soddisfatte.
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I residenti e i lavoratori del centro di Ottawa stanno diventando sempre più frustrati a causa del blocco. I luoghi di lavoro, i centri commerciali, i centri vaccinali, le scuole e intere zone della città sono stati chiusi. Il centro della città è completamente bloccato e la gente non può recarsi al lavoro o a scuola.
Oltre alle bandiere naziste e confederate e alla presenza di gruppi di estrema destra, giungono sempre più notizie riguardo a comportamenti criminali, con i partecipanti al convoglio che minacciano e intimidiscono gli operatori sanitari e i passanti che indossano la mascherina. Sono stati segnalati assalti e lanci di pietre contro i paramedici da parte dei partecipanti al convoglio, che hanno aggredito un senzatetto e minacciato fisicamente i lavoratori dentro a una mensa per i poveri nelle vicinanze del centro. Molti residenti e lavoratori della zona non si sentono sicuri.
Si prevede che a Ottawa il numero dei blocchi aumenterà durante il fine settimana e ora sono stati pianificati convogli in altre città, tra cui Toronto e Quebec City. È in programma una controprotesta dei lavoratori di Ottawa, ma la dirigenza di alcuni sindacati e un deputato locale del Nuovo partito democratico (NPD, il principale partito dei lavoratori) stanno facendo del loro meglio per annullarla.
Dopo aver assistito agli eventi di Ottawa, gli operatori sanitari di Toronto sono giustamente preoccupati. L’area intorno al parlamento provinciale ospita numerosi ospedali. Gli operatori ospedalieri potrebbero avere difficoltà ad andare al lavoro e i pazienti avranno difficoltà ad accedere alle strutture mediche se il convoglio riuscirà a bloccare l’area.
Gli ospedali di Toronto hanno già annunciato che alcuni appuntamenti verranno fatti online e una clinica per cure urgenti è stata chiusa per il fine settimana. Numerosi ospedali hanno anche consigliato al loro personale di recarsi al lavoro senza indossare abiti che li identifichino come operatori sanitari, nella speranza di evitare le intimidazioni e le molestie viste a Ottawa.
Una controprotesta nei confronti del convoglio è stata pianificata da operatori sanitari e lavoratori a Toronto. Hanno chiesto sostegno per garantire che i lavoratori possano andare al lavoro e che i pazienti possano accedere alle strutture mediche senza subire molestie. Dimostrando uno spirito combattivo, si rifiutano di entrare di soppiatto al lavoro e vogliono evitare che l’accesso all’assistenza sanitaria venga compromesso.
La cosa significativa di questa controprotesta è che è organizzata da questi operatori sanitari e lavoratori indipendentemente rispetto ad associazioni o sindacati del settore sanitario. L’Associazione degli infermieri dell’Ontario (ONA) ha condannato qualsiasi attività di protesta che “impedisca agli infermieri e agli operatori sanitari di svolgere il proprio lavoro”, ma non sembra voglia organizzare alcuna manifestazione di protesta.
Gli operatori sanitari di Toronto sono istintivamente contrari al “Convoglio della libertà” e stanno adottando il giusto approccio. Ma bisogna fare di più. Il movimento operaio deve iniziare a mobilitarsi contro la cattiva gestione della pandemia e contro il programma no-vax dell’estrema destra. Questo è stato il problema durante tutta la pandemia. Il movimento operaio è rimasto in silenzio, ha accettato la gestione della pandemia portata avanti dal governo nell’interesse dei capitalisti e non è intervenuto nella lotta per portare avanti un approccio di classe alla pandemia.
Nel “Convoglio della libertà” vediamo ora le conseguenze di questa mancanza di iniziativa da parte del movimento operaio. Senza una direzione da parte della sinistra e dei sindacati, in assenza di una lotta di classe combattiva e organizzata, parte della crescente rabbia di classe nella società per la cattiva gestione della pandemia da parte del governo viene incanalata verso destra e verso la politica dei padroni volta a “convivere con il virus”.
Polarizzazione e stanchezza causata dalla pandemia
I media legati alle grandi multinazionali hanno acclamato il “Convoglio della libertà” come una protesta dal basso dei camionisti della “classe operaia” contro l’obbligo vaccinale approvato dal governo federale. Alla fine il convoglio è stato smascherato come uno strumento ben organizzato e ben finanziato dall’estrema destra e dal movimento reazionario no-vax.
Gli organizzatori hanno inizialmente sostenuto che c’erano circa 50.000 camion e centinaia di migliaia di persone che erano in viaggio con il convoglio verso Ottawa. Alcuni esponenti dell’estrema destra hanno parlato del fatto che il convoglio fosse la versione canadese dell'”insurrezione” di Trump del 6 gennaio.
Alla fine, la dimensione effettiva del convoglio era molto più piccola. Il numero esatto di camion coinvolti nel convoglio e nel blocco non è noto, ma si stima che siano stati coinvolti da 1.000 a 2.000 autocarri e veicoli personali, con circa 8.000-10.000 persone presenti ai blocchi a Ottawa lo scorso fine settimana.
Questi eventi non possono essere semplicemente liquidati come azioni della frangia no-vax. Sebbene non siano grandi come è stato pubblicizzato, le dimensioni del convoglio e del blocco non sono insignificanti. Non è un’impresa da poco organizzare migliaia di persone che guidano attraverso il paese per bloccare il Parlamento.
Oltre al convoglio stesso, centinaia di sostenitori in numerose città grandi e piccole hanno salutato i convogli mentre transitavano in direzione di Ottawa. In totale, diverse migliaia di persone sono andate a sostenerli fisicamente. Vari gruppi di convogli su Facebook hanno centinaia di migliaia di membri. Al momento uno di questi gruppi conta più di 635.000 membri. Non tutte le persone che sostengono il convoglio sono fascisti e no-vax. Molti di loro, sono lavoratori preoccupati per la pandemia, l’inflazione e la perdita del posto di lavoro. Stanno cercando una via d’uscita alla situazione e al momento il convoglio sembra essere un’opzione anti-establishment.
Questo sostegno popolare al “Freedom Convoy” è innegabile. Un recente sondaggio di Innovative Research mostra che il 31% sostiene la protesta dei camionisti con il 46% contrario. Un altro sondaggio di Abacus Data mostra che il 32% ritiene di avere molto in comune con il modo in cui i manifestanti di Ottawa vedono le cose mentre il 68% afferma di avere molto poco in comune. Questo non è un livello di appoggio insignificante.
La crisi globale del capitalismo ha aperto un periodo di instabilità sociale senza precedenti, forte polarizzazione politica e confusione. C’è un crescente sentimento di sfiducia nell’establishment e frustrazione verso lo status quo. Molte persone sono alla ricerca di uno sbocco e di alternative anti-establishment. Questi processi sono stati accentuati dalla pandemia globale.
La classe operaia ha molte ragioni per essere arrabbiata per la gestione della pandemia. La risposta dei governi al COVID-19 è stata incoerente e contraddittoria. La ragione di questo approccio è che i governi hanno dato la priorità agli interessi della classe dominante e ai profitti delle grandi aziende rispetto alla salute dei lavoratori.
Sotto la pressione della classe operaia, i governi, sia quello federale che quello provinciale, hanno adottato una politica di lockdown all’inizio della pandemia. Questi lockdown generalmente non hanno preso di mira le principali fonti di contagio, nelle grandi fabbriche e nei locali commerciali, in alcuni servizi essenziali e nelle scuole perché i governi stavano tentando di proteggere i profitti della classe dominante.
Nonostante i migliori sforzi del governo con massicci salvataggi, prestiti economici e sussidi salariali alle grandi aziende, i lockdown hanno avuto inevitabilmente un effetto importante sull’economia. Quando le prime ondate sono finite, la classe dominante si è dichiarata decisamente contraria a ulteriori lockdown. Semplicemente, danneggiano troppo i profitti.
Una campagna di vaccinazione diffusa avrebbe dovuto risolvere il problema dei lockdown. Lo scorso autunno tutto stava andando secondo i piani e sembrava che potessimo essere sul punto di tornare alla “normalità”. Poi l’ondata di Omicron ha colpito e rovinato tutti i piani dei capitalisti. La vaccinazione non era più sufficiente, gli ospedali si sono nuovamente riempiti e c’è stata la pressione da parte della classe operaia per il ritorno a varie misure sanitarie legate alla pandemia.
I media legati alle grandi aziende, sempre al servizio degli interessi della classe dominante, hanno svolto il loro ruolo e hanno avviato una campagna di propaganda per convincere la classe operaia “ad imparare a convivere con il virus”. Articolo dopo articolo hanno evidenziato le incongruenze e i problemi dei lockdown ma non hanno mai spiegato le vere ragioni. In realtà questi articoli si volevano rivolgere a ciò che le persone potevano vedere con i propri occhi. I servizi essenziali restavano aperti, molti lavoratori dovevano ancora andare al lavoro e i bambini a scuola. Quindi, a cosa servivano veramente le misure sanitarie per la pandemia? Perché le persone dovrebbero sospendere la propria vita se le misure sanitarie non sembrano fermare la diffusione d del virus?
Con l’assenza di qualsiasi guida da parte del movimento operaio per difendere gli interessi della classe operaia e dato il flusso costante di propaganda nei media, un numero crescente di lavoratori è stato convinto ad accettare il programma della classe dominante e ha accettato di imparare a convivere con il virus.
Tempesta perfetta
La cattiva gestione della pandemia, e soprattutto l’assenza di una risposta di sinistra, ha creato una tempesta perfetta per la fusione dei sentimenti no-vax, dell’estrema destra e dei proprietari delle aziende di trasporto e dei camionisti arrabbiati per l’obbligo vaccinale federale.
Questa tempesta perfetta spiega anche perché così tante persone sono a favore del convoglio. I partiti politici dell’establishment sono responsabili della cattiva gestione della pandemia e sono disprezzati. La gente è arrabbiata e cerca uno sfogo e una via d’uscita dalla situazione. Senza una direzione da parte della sinistra e dei sindacati, alcuni settori vengono incanalati verso la destra anti-establishment. Questo perché non ci sono alternative disponibili. Non c’è una forza di massa di sinistra anti-establishment. Le specificità sono diverse, ma il “Convoglio della libertà” e la crescita del Partito Popolare (PPC) sono un riflesso dello stesso processo che ha portato all’ascesa di Trump negli Stati Uniti.
Fare l’autotrasportatore è un lavoro pericoloso con orari lunghi e una paga bassa. La pandemia ha devastato le catene di approvvigionamento e l’aumento dell’inflazione sta rendendo più difficile per i camionisti sbarcare il lunario. Ma nessuno parla dei veri problemi che hanno i lavoratori dell’autotrasporto. L’obbligo vaccinale federale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per un determinato settore di camionisti già in sintonia con le opinioni no-vax. Ora i proprietari delle aziende di autotrasporto si sono basati su questo stato d’animo di rabbia, poiché alcuni camionisti sono arrivati a credere che ciò che è buono per i padroni sia buono per loro. Per questo il convoglio è davvero uno strumento per difendere gli interessi dei proprietari delle aziende di autotrasporto.
La stragrande maggioranza dei camionisti in Canada ha avuto il ciclo completo vaccinale. L’obbligo vaccinale federale non rappresenterà un problema per loro. La CTA, l’associazione padronale che riunisce le aziende di autotrasporto in Canada stima tuttavia che l’obbligo vaccinale riguarderà da 12.000 a 16.000 camionisti, circa il 10-15% di tutti i conducenti che attraversano il confine tra Canada e Stati Uniti. Chi è alla guida del convoglio lo sta usando per i propri cinici scopi. Danno la colpa all’obbligo per la carenza di autisti, per i problemi nella catena di approvvigionamento e per l’inflazione. In realtà, è risaputo che la carenza di personale è stata per molto tempo un grave problema nel settore dell’autotrasporto, in gran parte a causa delle basse retribuzioni e delle cattive condizioni di lavoro nel settore.
Nel caso dei camionisti dipendenti che partecipano al convoglio, il vuoto a sinistra ha fatto sì che l’iniziativa passasse nelle mani dei padroni in alleanza con i no-vax e l’estrema destra. Questa alleanza tra padroni e il movimento no-vax di estrema destra alla testa del convoglio è riuscita a convincere un settore di camionisti che il problema più grande che devono affrontare è l’obbligo vaccinale per i viaggi transfrontalieri, piuttosto che le questioni di sicurezza, dei salari e delle condizioni di lavoro. Come ha detto di recente un camionista a proposito del convoglio, “Devo dire che è molto, molto allarmante, quando hai su di te gli occhi di tutti, non solo in Canada, ma in tutto il mondo, guardare cosa sta succedendo a Ottawa [e ] non stiamo parlando dei veri problemi”.
Un programma di lotta per i camionisti
I camionisti hanno motivi legittimi per essere arrabbiati. Le economie del Canada e degli Stati Uniti dipendono fortemente dal trasporto su gomma per il trasporto di merci. Si stima che oltre il 90% di tutti i prodotti di consumo e degli alimenti del Nord America viaggino in camion verso la loro destinazione finale.
Con l’espansione del “libero scambio” in tutto il continente negli anni ’80, i capitalisti avevano bisogno di tariffe di trasporto basse per fare profitti. Ciò ha portato alla deregolamentazione del settore degli autotrasporto, iniziata tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. I sindacati degli autotrasportatori sono stati sconfitti e si sono ritirati su tutta la linea. Ciò ha permesso ai padroni di attaccare le condizioni di lavoro e i salari per mantenere basse le tariffe di trasporto e spedizione. È stata introdotta la contrattazione individuale su larga scala, consentendo ai capitalisti di trasferire i costi del trasporto merci sugli stessi camionisti, abbassando nel contempo salari e tariffe e rifiutandosi di pagare qualsiasi bonus.
Il risultato di tutto questo è stato che l’autotrasporto è passato dall’essere un buon lavoro sindacalizzato nel dopoguerra, a diventare il lavoro poco pagato e pericoloso che è oggi. La rivista Money ha riportato che “Nel 1980, il camionista medio in America guadagnava uno stipendio annuo pari a più di 110.000 dollari attuali. Venticinque anni dopo, i camionisti guadagnano in media circa 40.000 dollari all’anno, lavorando di più, con orari più lunghi e con meno sicurezza sul lavoro. La situazione è simile in Canada. Secondo un rapporto di Service Canada del 2013, il reddito medio nazionale per i lavoratori nel settore dei trasporti era di 38.111 dollari.
I lunghi orari di lavoro e la sicurezza sono problemi importanti per i camionisti:
“Sebbene ci siano limiti legali sull’orario di lavoro, molti conducenti di camion ricevono pressioni dal loro supervisore – tramite chiamate telefonica a lunga distanza – perché ignorino questi limiti e continuino a guidare più a lungo.
“In passato, i conducenti avevano una certa autonomia. Sono stati pagati al miglio, non alla durata di un viaggio. Potevano dividere le loro giornate lavorative di 12 ore alternando periodi di lavoro di quattro ore e periodi di riposo di quattro ore. Potevano persino fermarsi per “evitare” il traffico congestionato dell’ora di punta quando la loro velocità veniva ridotta.
“Ora devono continuare a guidare pericolosamente senza un adeguato riposo. Il loro conseguente affaticamento è indiscutibilmente un fattore in molti degli incidenti che si verificano, soprattutto se unito a una formazione insufficiente.
“Uno dei segni evidenti di questa riduzione dei periodi di riposo dei conducenti è stata la chiusura di centinaia di aree di sosta autostradali riservate ai camion che servivano ai conducenti stanchi e l’eliminazione di tutti i parcheggi che un tempo erano in tali aree di sosta. Un conducente ora ha difficoltà a trovare un posto dove parcheggiare, anche in caso di emergenza”.
I camionisti canadesi non hanno un sindacato che difenda in maniera adeguata i loro interessi. Le varie associazioni di autotrasporto uniscono padroncini e dipendenti di società di trasporto. Questo lascia gli autisti in balia dei padroni.
Gli interessi dei proprietari delle società di autotrasporto sono direttamente opposti a quelli dei camionisti dipendenti che partecipano al convoglio. Il vero nemico dei camionisti dipendenti sono i padroni delle aziende di autotrasporto che hanno imposto salari bassi e condizioni di lavoro precarie.
Il modo per combattere la destra che dirige il convoglio è politico. Il “Convoglio della libertà” potrebbe essere diviso su basi di classe con un audace programma che rivendichi salari più alti, bonus e condizioni di lavoro più sicure per i camionisti. Il movimento operaio potrebbe mobilitarsi per lottare per un sindacato vero e proprio per i camionisti dipendenti e i padroncini. I dipendenti verrebbero convinti a sostenere un programma del genere che difenda i loro interessi di classe e si dedichi ai problemi reali che devono affrontare. Ciò indebolirebbe e svelerebbe la vera natura dei dirigenti di destra del convoglio.
Mobilitarsi per combattere la pandemia
Il movimento operaio deve opporsi agli appelli del “Convoglio della libertà” per porre fine a tutte le misure sanitarie legate alla pandemia. La fine immediata dei lockdown, delle restrizioni sul posto di lavoro, la richiesta di test e isolamento, obbligo di mascherine e vaccini, sarebbero molto pericolosi in questo momento. La curva di crescita di Omicron sembra aver raggiunto il plateau, ma non è finita. I tassi di contagio, ospedalizzazione e mortalità rimangono elevati.
Le risposte del governo alla pandemia sono state concepite per proteggere i profitti dei capitalisti. La classe operaia non può affidare la gestione della pandemia ai governi capitalisti. Il movimento sindacale deve lottare per il controllo della sicurezza sul lavoro da parte dei lavoratori in modo che loro stessi possano decidere quali luoghi di lavoro sono sicuri e quali misure sanitarie legate alla pandemia sono necessarie.
I media al soldo del gran capitale hanno spudoratamente minimizzato le morti durante l’ondata di Omicron. In Ontario, il bilancio giornaliero delle vittime a gennaio 2022 è stato tra i più alti in assoluto dall’inizio della pandemia. Più di 1.100 persone sono morte a causa del COVID-19 nel gennaio 2022, rendendolo uno dei mesi con più decessi. La rimozione immediata di tutte le misure sanitarie relative alla pandemia significherebbe un’altra ondata e più morti. La classe operaia sarà quella che ne soffrirà di più, come già successo.
Non siamo favorevoli a lockdown infiniti e incoerenti, ma non possiamo nemmeno semplicemente fare finta che la pandemia non ci sia. Come abbiamo scritto in un precedente articolo:
“In questi due anni terribili, la logica del profitto ha ostacolato qualsiasi misura che avrebbe potuto fermare il virus o addirittura limitare i decessi. I governi hanno adottato ogni tipo di misura per far sembrare che stessero facendo qualcosa, purché non costi troppo e non interferisca troppo con la possibilità dei capitalisti di fare soldi.
“Il governo della Coalizione per il futuro del Quebec ha sostenuto questo tipo di misure apparentemente drastiche senza che abbiano mostrato alcuna efficacia, come il coprifuoco e le multe sulle persone non vaccinate. Ciò è servito solo a erodere la pazienza delle persone, ridurre il sostegno alle misure di salute pubblica e alimentare il movimento no-mask e no-vax. Molte persone si chiedono perché dovrebbero sospendere la loro vita sociale e ricreativa per diversi mesi se ciò non impedisce la diffusione del virus.
“Questo scetticismo sulle misure di salute pubblica, a sua volta, mette il governo in una posizione migliore per far accettare alle persone di ‘convivere con il virus’. I covidioti del governo e i covidioti no-vax sono due facce della stessa medaglia e si alimentano a vicenda.
“Non possiamo lasciare che la classe dominante ci faccia ingoiare la pillola dell’‘imparare a convivere con il COVID’. Le soluzioni alla pandemia sono note da tempo. C’è molta ricchezza nella nostra società da investire massicciamente nell’assistenza sanitaria, nei dispositivi di protezione individuale per tutti, nella distribuzione di vaccini all’intera popolazione mondiale, ecc.”.
Il movimento operaio deve impegnarsi nella lotta per creare le condizioni per cui i luoghi di lavoro e le scuole possano essere aperti in sicurezza e tali rimangano. Abbiamo bisogno di un programma di lotta e di un’azione militante per l’ampliamento dei test e dei servizi ospedalieri, l’aumento dei finanziamenti per il sistema sanitario, la fornitura sufficiente di DPI per tutti i lavoratori, l’assunzione di più infermieri e medici, l’assunzione di più insegnanti, la riduzione del numero degli alunni per classe, una ventilazione adeguata a scuola e nei luoghi di lavoro, ecc.
L’ala destra anti-establishment è audace e sfrontata. Questo è uno dei motivi per cui è stato in grado di ottenere il sostegno di un certo strato della società giustamente stanco della pandemia e sempre più arrabbiato con l’establishment.
I leader del movimento operaio, d’altra parte, si sono rifiutati di convocare azioni di lotta in più occasioni durante la pandemia. Proteste di massa e scioperi avrebbero potuto essere organizzati in più occasioni per ottenere le indennità di rischio, giorni di malattia retribuiti e condizioni di lavoro più sicure.
Nell’aprile dello scorso anno c’è stata un’esplosione di rabbia, con un rifiuto di massa di lavorare in presenza e per l’ottenimento del congedo per malattia retribuito. Il movimento operaio avrebbe potuto basarsi questo stato d’animo e organizzare un movimento di lotta per ottenere una retribuzione adeguata per i lavoratori malati di COVID. I leader sindacali e del NDP si sono rifiutati di organizzare la lotta e hanno accettato docilmente solo tre giorni di congedo retribuito, una misura inadeguata portata avanti dal premier Doug Ford.
All’inizio di gennaio gli insegnanti di Chicago si sono organizzati e hanno rifiutato di lavorare in presenza e hanno lottato per avere delle condizioni di lavoro sicure durante la pandemia. Hanno vinto questa lotta perché il sindacato l’ha organizzata per vincerla. Confrontiamo tutto ciò con gli insegnanti di Toronto, dove nello stesso periodo si stava sviluppando una situazione simile, ma i sindacati si sono rifiutati di organizzare la lotta e gli insegnanti sono stati costretti a tornare al lavoro senza che fossero stati risolti i loro problemi di sicurezza.
Il “Convoglio della libertà” ha organizzato migliaia di persone in una lotta sfacciata per porre fine a tutte le misure sanitarie legate alla pandemia. Il movimento operaio nella lotta alla pandemia potrebbe facilmente sovrastare questo movimento se adottasse un approccio altrettanto audace. Immaginate quanti lavoratori potrebbero essere mobilitati per combattere il profitto e la cattiva gestione della pandemia. Immaginate quanti lavoratori potrebbero essere organizzati per lottare per l’indennità di rischio, condizioni di lavoro più sicure e maggiori finanziamenti per ospedali e scuole.
Il “Convoglio della libertà” è un monito al movimento operaio. C’è una rabbia immensa che sta covando nella classe operaia. I lavoratori cercano sempre più uno sfogo per questa rabbia, ma la leadership del movimento operaio non solo si è rifiutata di assumere un ruolo guida, ma in realtà ha fatto del suo meglio per mettere un freno alla mobilitazione attorno a questo stato d’animo militante. Di conseguenza, parte di questa rabbia viene incanalata a destra e ai no-vax.
Non si può combattere la destra anti-establishment con il liberalismo dell’establishment e il riformismo docile. Abbiamo bisogno di un movimento di massa di sinistra anti-establishment. Serve un movimento che punti il dito contro i veri colpevoli: i miliardari, il loro sistema e i politici che lo difendono. Abbiamo bisogno di un movimento che non abbia paura di prendere misure audaci per lottare contro la pandemia e il marcio sistema capitalista, non con petizioni o risoluzioni ben formulate in parlamento, ma con mobilitazioni di massa nelle strade, nei nostri luoghi di lavoro e nelle scuole. Dobbiamo lottare per vincere!
5 febbraio 2022